Tag: sardegna

  • Monty Alexander

    Monty Alexander

    LINEUP:
    Monty Alexander: piano – Luke Sellick: contrabbasso – Jason Brown: batteria

    INFO:
    Monty Alexander è uno dei più importanti pianisti del mondo, alcune classifiche lo attestano tra i primi cinque pianisti jazz viventi.

    Quasi sessant’anni dopo essersi trasferito negli Stati Uniti da Kingston in Giamaica, sua città natale, il pianista nominato ai Grammy,
    Monty Alexander è un classico americano, in tournée incessante per il mondo con vari progetti, deliziando un pubblico globale attratto
    dalla sua personalità vibrante.

    La sua concezione vivace è informata da verità senza tempo: creazione infinita di melodie, groove effervescenti, voicing sofisticati, uno spirito romantico e una costante predisposizione, come afferma accuratamente Alexander, “a costruire il caldo e scatenare una tempesta.

    Nel corso di ogni performance, Alexander applica quell’estetica a un repertorio che abbraccia un’ampia gamma di espressioni musicali jazz e giamaicane: il songbook americano e il blues, gospel e bebop, calypso e reggae.

    Il modo di suonare di Alexander è influenzato da Art Tatum, Oscar Peterson, Erroll Garner e Wynton Kelly, conserva una forte influenza
    caraibica ma con un significativo sapore bebop e un brillante bilanciamento tra le diverse tradizioni musicali.

    Monty Alexander è una vera icona americana che continua ad avere un’enorme influenza sui musicisti di tutto il mondo. Innumerevoli le sue realizzazioni discografiche documentate in oltre 75 registrazioni a suo nome, oltre alle collaborazioni con nomi leggendari come Dizzy Gillespie, Quincy Jones, Natalie Cole, Tony Bennett, Clint Eastwood, Milt Jackson, Ray Brown, Sonny Rollins e tanti altri.

     

    Luke Sellick bassista, compositore, insegnante. Originario di Winnipeg, in Canada, Sellick è un pilastro della scena musicale di New York e il bassista scelto da molti importanti artisti jazz tra cui Monty Alexander, Russell Malone, Benny Golson e altri.

    Attualmente risiede ad Harlem e si è esibito in tutto il mondo con artisti come; George Coleman, Houston Person, Kenny Barron, Jimmy Greene, Renee Rosnes, Ron Blake, Lewis Nash, Alina Engibaryan, Carl Allen, Peter Bernstein, Donald Vega, Mike LeDonne e moltissimi altri.

     

    Jason Brown si è laureato al Conservatorio di Oberlin, Ohio, sotto la guida di Billy Hart. Per sette anni è stato in tournée e ha registrato con la cantante e compositrice nominata ai Grammy, Carmen Lundy; con Pat Martino è apparso nei principali festival mondiali, come il Jarasum International Jazz Festival e il Rochester Jazz Festival.

    Ha anche lavorato con artisti come Lizz Wright, Cedar Walton, Nicholas Payton, Wayne Escoffery e Kurt Rosenwinkel. Ora un membro chiave del sestetto di Amina Figarova. Jason Brown si è esibito al Joy of Jazz Festival di Johannesburg e nei principali luoghi in Europa e negli Stati Uniti.

    Come leader, Brown è stato un artista in primo piano con la Jazz Philharmonic Orchestra di San Pietroburgo in diverse occasioni e ha portato il suo quintetto, con il sassofonista Steve Grossman. Ha anche guidato le sue band nei principali jazz club di New York e in Europa.

  • Gary Crosby & Denys Baptiste – “A love supreme”

    Gary Crosby & Denys Baptiste – “A love supreme”

    LINEUP:
    Gary Crosby: contrabbasso – Denys Baptiste: sax tenore – Sultan Stevenson: piano – Rod Youngs: batteria

    l bassista, leader e co-fondatore dei Tomorrow Warriors Gary Crosby (OBE), si unisce al pluripremiato sassofonista Denys Baptiste, vincitore del Mercury e MOBO award, per guidare un quartetto stellare per questa celebrazione musicale di ciò che è ampiamente considerato come il più importante album jazz di tutti i tempi, A Love Supreme di John Coltrane, che in questo anno segna il 60° anniversario della registrazione del disco nel 1964.

    BIO:

    Gary Crosby è uno dei principali contrabbassisti jazz e arrangiatori musicali del Regno Unito. È il fondatore e direttore artistico di Tomorrow’s Warriors, organizzazione inglese per l’educazione alla musica jazz e lo sviluppo degli artisti. Membro fondatore degli originali Jazz Warriors, Gary Crosby è anche un musicista professionista e bandleader, compositore, arrangiatore, produttore discografico. Dirige, tra gli altri, i gruppi di Nu Troop, Guava, Groundation, Jazz Jamaica e Jazz Jamaica All Stars. Crosby ha lavorato con innumerevoli nomi importanti del panorama musicale internazionale accreditandosi nel mondo della critica. Nel 2006 ha ricevuto il prestigioso All Party Parliamentary Jazz Award come miglior ensemble 2006, nel 2007, ha ricevuto il BBC Radio Jazz Award for Services to Jazz, nel 2009 gli è stato assegnato un OBE, tra le onorificenze più importanti del Regno Unito per il suo eccezionale contributo al jazz.

    Il talento colossale di Denys Baptiste, basato su una tecnica potente e sulla capacità di improvvisare in modo fluido e senza sforzo attraverso una vasta gamma di stili musicali, è eguagliato solo dalla sua energia sfrenata capace di trasportare il pubblico in una dimensione a tratti onirica. Un autentico gigante della scena jazz britannica, che spazia dalle armonie più morbide al virtuosismo mozzafiato. Nel corso degli anni, Denys si è trasformato in quello che la rivista Time descrive come “l’icona del jazz britannico”, con un suono distintivo e immediatamente riconoscibile. Solista molto raffinato, si è esibito e ha registrato con alcuni dei più grandi nomi del jazz (e non solo) tra cui McCoy Tyner, Andrew Hill, Ernest Ranglin, Juliet Roberts, Incognito, Jazz Jamaica e tanti altri.

    Sultan Stevenson è uno dei giovani jazzisti più interessanti della Londra odierna. Artisticamente lo si può definire” un prodotto” sia della Julian Joseph Jazz Academy che dei Tomorrow’s Warriors. Fin da giovanissimo studia sotto la guida di rinomati musicisti jazz come Julian Joseph, Gary Crosby, Simon Purcell e Robert Mitchell. Si è diplomato alla Guildhall School of Music e nel marzo del 2023, ha vinto il Parliamentary Jazz Media Award come “Miglior artista esordiente”. Oggi è considerato una delle stelle della sua generazione.

    Nominato ai Premi Mobo dedicati alla musica afroamericana, Rod Youngs si è affermato come uno dei batteristi più espressivi e versatili della scena contemporanea. Per oltre due decenni il suo approccio alla musica è stato onnicomprensivo, coprendo un ampio spettro di generi ma rimanendo saldamente radicato nella tradizione jazz. Originario di Washington D.C., Youngs ha sviluppato un interesse per la musica sin dalla giovane età. Studi alla Howard University dove consegue un Bachelor of Arts in Percussioni applicate, Youngs ha poi continuato alla Eastman School of Music di Rochester, sotto la guida di Keith Copeland. Sin dagli anni formativi, la sua consumata abilità musicale gli ha fruttato un’ampia varietà di collaborazioni, passando dai concerti alle registrazioni per radio, Tv e cinema.

  • José James

    José James

    LINEUP:
    José James: voce – O’Mitchell Henry: piano/tastiere – Yves Fernandez: basso elettrico – Jharis Yokley: batteria

    José James e un Artista jazz per la generazione hip-hop, sfuma abilmente i confini tra jazz tradizionale e contemporaneo, hip-hop, soul, funk, pop e rock. Ha pubblicato 11 album acclamati dalla critica in altrettanti anni per etichette come Brownswood, Impulse, Blue Note e la sua co-fondatrice Rainbow Blonde Records, ed ha ricevuto sia l’Edison Award che l’Académie du Jazz Grand Prix. Celebre artista internazionale. James ha presentato i suoi lavori in luoghi come il Kennedy Center, l’Hollywood Bowl, l’Ancienne Belgique e il Billboard Live Tokyo, e si è esibito come artista ospite con McCoy Tyner, Laura Mvula e il Jazz at Lincoln Center, Melbourne Symphony e le orchestre del Royal Concertgebouw. Quando José James ha pubblicato No Beginning No End 2 (2020), uno sforzo di collaborazione che ha accoppiato il cantante lungimirante con un cast stellare globale tra cui; Ledisi, Aloe Blacc e Laura Mvula, era evidente che l’artista che sfidava il genere era tornato a rivendicare la sua pretesa di cantante jazz per la generazione hip-hop. Alla luce di ciò, il suo progetto, On & On: José James Sings Badu, vede James lanciare la sfida agli ultimi 100 anni di canto jazz mentre traccia un percorso da seguire per la cultura.
    José James presenta il suo nuovo album dal titiolo “1978”, un classico istantaneo che combina il suo profondo amore per il jazz e l’hip- hop con la scrittura di canzoni e la produzione con accenni agli eroi dell’R&B Quincy Jones, Michael Jackson e Leon Ware.
    Prodotto da James e con la partecipazione di un ensemble stellare tra cui i candidati ai Grammy Pedrito Martinez (Camilla Cabello, Eric Clapton), Marcus Machado (Daniel Ceasar, Pharoahe Monch) e David Ginyard (Solange, Blood Orange), “1978” pulsa con la coscienza sociale vibrazioni di benessere di Marvin Gaye, Prince e Stevie Wonder. James esplora abilmente anche i confini della musica nera oltre il suo stesso cortile, con la partecipazione della stella nascente brasiliana e recente nominata ai Latin Grammy Xenia França, nonché del rapper/regista congolese-belga Baloji.

  • Lorenzo Simoni Quartet

    Lorenzo Simoni Quartet

    Vincitore Premio Isio Saba 2023 

    LINEUP:

    Lorenzo Simoni: alto sax – Guglielmo Santimone: piano – Giulio Scianatico: contrabbasso: Simone Brilli: batteria

    INFO:

    Lorenzo Simoni, sassofonista e compositore, da sempre diviso fra recital cameristici e musica improvvisata, dopo aver suonato per diversi anni con i singoli componenti del gruppo decide di unire le qualità ed esperienze di ognuno di loro per creare un quartetto formato da Guglielmo Santimone al pianoforte, Giulio Scianatico al contrabbasso e Simone Brilli alla batteria.
    Il gruppo vanta la partecipazione in alcuni dei festival e club di maggior rilievo in Italia testimoniando il riconoscimento della qualità del quartetto e la loro presenza nella scena italiana. Quartet ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali tra cui il rinomato Premio Marco Tamburini 2022, il Premio Tomorrow’s Jazz 2022 tenutosi al Teatro La Fenice di Venezia e il Premio Isio Saba 2023 al Teatro Massimo di Cagliari dove vince la terza edizione del premio vista la forte coesione e maturità artistica dimostrata unita a un suono decisamente originale e contemporaneo.

  • Antonio Forcione Quartet

    Antonio Forcione Quartet

    LINE-UP:
    Antonio Forcione: chitarre – Jenny Adejayan: violoncello – Matheus Nova: basso acustico – Jansen Santana: percussioni

    INFO:
    Il consolidato quartetto di Antonio Forcione possiede una tecnica e musicalità ricca di straordinarie composizioni colme di influenze melodiche del mondo. Ogni loro concerto è una esilarante esperienza musicale che trascina l’ascoltatore la dove il jazz incontra la world music al suo meglio.

    BIO:
    Antonio Forcione, pluripremiato chitarrista ed eclettico compositore con 20 dischi a suo seguito e tournée in tutto il mondo, non smette mai di stupire il suo pubblico e la critica specializzata. Forcione rompe gli schemi dei suoni di chitarra più convenzionali, sia nel
    campo della musica jazz che in quella spagnola, africana, brasiliana o improvvisata, con un feroce virtuosismo, passione e umorismo.

    La sua è una costante ricerca che va oltre al linguaggio armonico-melodico, esplorando ossessivamente lo strumento fino a ricavarne sonorità che diventano una firma sonora. Nella sua carriera artistica Forcione ha condiviso i palcoscenici e registrato con alcuni dei musicisti più affermati al mondo, tra cui; Charlie Haden, Angelique Kidjo, Trilok Gurtu e Larry Coryell, oltre a condividere i palcoscenici con artisti come Phil Collins, Bobby McFerrin, Zucchero e Van Morrison tra gli altri.

    Jenny Adejayan, affermata violoncellista Inglese di origine nigeriana/granadina, musicista di formazione classica anche se conosciuta maggiormente nell’ambito della world-music, della musica popolare e del jazz. Vanta numerose collaborazioni internazionali tra cui; La Reggae Philharmonic Orchestra, Sir Tom Jones, Jamiroquai, Tricky, Duran Duran, Soul II Soul, Courtney Pine, Denys Baptiste, Nitin Sawhney, Soweto Kinch, Razorlight, Gabrielle, Corinne Bailey-Rae, Diego el Cigala, Ruby Turner, Andy Sheppard solo per citarne alcuni.

    Matheus Nova, bassista di Salvador di Bahia, artista molto apprezzato e conosciuto nella scena musicale latina, citato come un musicista con la capacità di trasformare il folcloristico in “funklorico”. Ha collaborato e collabora con diversi progetti sia nella scena jazzistica che nella world music, tra cui le Samba Divas Elza Soares e Alcione.

    Jansen Santana, percussionista e polistrumentista originario di Salvador Bahia, Brasile, devoto per le sonorità della sua terra e coinvolto in progetti con concetti e generi musicali diversi. Santana si e esibito con molti musicisti importanti come Carlinhos Brown, Daniela Mercury e Gilberto Gil.

  • Nubya Garcia

    Nubya Garcia

    Nubya Garcia, pluripremiata sassofonista e compositrice acclamata in tutto il mondo. Emerge con il suo album di debutto Mercury “SOURCE” registrato per la iconica etichetta Concord Jazz, ottenendo una nomina ai Mercury Music Price e un posizionamento in stimate liste di media internazionali affermandosi saldamente come uno dei più grandi nomi del momento in questa esplosione del nuovo jazz britannico.

    Negli ultimi anni Garcia ha gettato le basi per una promettente carriera, guadagnandosi il plauso della critica internazionale infondendo una forte identità artistica nelle sue composizioni, naviga tra i generi, combinando il jazz a elementi di cumbia e reggae della sua eredità afro-caraibica i suoni dell’hip-hop o del soul. La jazzista londinese ha debuttato al Tiny Desk (Home) Concert della NPR, dopo essere stata premiata da Pitchfork come “Miglior nuova musica” e menzionata da Rolling Stone come “Album del mese”.

    Il New York Times ha descritto il suo album Source come “un’esperienza di vita intera racchiusa in un ascolto di un’ora.” Nubya è apparsa su numerosi mezzi di stampa in tutto il mondo, tra cui Mojo, Vogue ed Ebony Magazine. Ha vinto nello stesso anno (2018) il Jazz FM e lo Sky Arts Breakthrough Act of the Year Award, l’anno successivo vince il Jazz FM UK Jazz Act of the Year Award. Nubya ha avuto un enorme impatto a livello internazionale con il suo album di debutto entrato nella classifica Top 30 del Regno Unito, ed è stata uno dei pochi artisti dal vivo selezionati per esibirsi a Glastonbury nel 2020 (concerto andato in onda sulla BBC).

    Nel 2021 ha vinto il Critics Poll Rising Star Award di Downbeat, premio parlamentare per strumentista jazz dell’anno e il premio giornalistico jazz. Garcia ritorna in studio nell’estate del 2024 per registrare il suo nuovo album, secondo per la Concorde Jazz dal titolo “ODYSSEY” un album pieno di sorprese. Odyssey, come suggerisce il titolo, è un album ambizioso ed epico. In una scena in gran parte dominata dagli uomini, Garcia si è ritagliata uno spazio di rilievo e invita altre importanti musiciste nere a unirsi a lei nel disco, vale a dire Esperanza Spalding, Richie Seivwright e Georgia Anne Muldrow. L’album è prodotto da Garcia e dal suo collaboratore Kwes, con la sassofonista supportata dal suo potente trio, Il risultato più grande e audace è un paesaggio sonoro, una schermata panoramica che attraversa i generi jazz, classica, R&B e dub.

  • CAMILLE THURMAN WITH THE DARRELL GREEN QUARTET

    CAMILLE THURMAN WITH THE DARRELL GREEN QUARTET

    Camille Thurman e il Darrel Green Quartet arrivano il 19 maggio 2024 al Teatro Massimo di Cagliari a partire dalle ore 21:00, per il secondo appuntamento del The Jazz Club Network 2024!

    Camille Thurman è la nuova rising star del jazz al femminile d’oltre oceano. Nativa di New York, Camille e un artista poliedrica di grande talento, compositrice, polistrumentista, cantante e interprete unica della tradizione jazz americana. Conquistando rapidamente con il suo considerevole contributo ad espandere l’eredità del jazz rendendo omaggio ai suoi eroi.

    Camille è nota per il suo distinto approccio musicale al repertorio jazz classico che mette in risalto le sue abilità sia come cantante che come strumentista. Fluida e potente al sax tenore e molto inventiva come cantante, è anche la prima musicista donna in 30 anni a fare tournée e ad esibirsi a tempo pieno con la Jazz at Lincoln Center Orchestra diretta da Wynton Marsalis. In pochi anni. Thurman ha condiviso palcoscenici con luminari del jazz e R&B in tutto il mondo, Roy Haynes, George Coleman, Dianne Reeves, Wynton Marsalis, Dr. Lonnie Smith, Russell Malone, Patti LaBelle, Chaka Khan, Alicia Keys, Erykah Badu), si affiancano ad una cospicua attività come leader di gruppi in cui riesce ad esplicare al meglio le sue doti al sax tenore con sonorità vicine ai grandi del passato e con uno stile vocale, inclusa un’impressionante capacità di scatting, che facilmente rimanda a modelli regali quali Ella Fitzgerald e Betty Carter. ha già accumulato diversi riconoscimenti distintivi per la sua abilità musicale: nomination per il Critics Poll di Downbeat Magazine (sassofonista tenore stella nascente), seconda classificata al Sarah Vaughan International Vocal Competition 2013, due volte vincitrice dell’ASCAP Herb Alpert Young Jazz. Composers Award, vincitrice del Fulbright Scholars Cultural Ambassador Grant e del Chamber Music of America Performance Plus Grant tra gli altri. Thurman ha al suo attivo anche quattro registrazioni integrali come leader.

    Darrell Gree, batterista, compositore e arrangiatore, è diventato uno dei batteristi più talentuosi di oggi, noto per la sua tecnica semplice e magistrale e per i ritmi accattivanti che danno vita alla musica, portando il pubblico in un viaggio spirituale. Nato e cresciuto a Oakland in California, ha sviluppato uno stile radicato nella moderna tradizione post-bop, conservando elementi del suo gospel e del suo lignaggio classico. Ha condiviso il palco con importanti artisti jazz tra cui il vibrafonista Stefon Harris, la cantante Faye Carol, il sassofonista Red Holloway, il trombettista David Weiss, i sassofonisti Antoine Roney e Sherman Irby, Charles Tolliver, Charenee Wade, Helen Sung, Cassandra Wilson, Pharoah Sanders, Dr. Lonnie Smith, Antoine Roney, Steve Turre, Wallace Roney, Amina Figarova, The Black Arts Collective e Jeremy Pelt. Darrell è uno dei batteristi più richiesti a New York, in Europa e in Giappone.

     

    LINE-UP

    Camille Thurman: sax tenore/ voce

    Darrell Green: batteria

    Wallace Roney Jr. : tromba

    David Bryant: piano

    Paul Beaudry: contrabbasso

     

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  • MODERN STANDARDS SUPERGROUP

    MODERN STANDARDS SUPERGROUP

    Modern Standards Supergroup ti aspetta il 19 marzo 2024 al Teatro Massimo di Cagliari a partire dalle ore 21:00!

    Un autentico supergruppo: come recita la stessa intestazione, non si può definire altrimenti il quartetto che schiera quattro carismatiche personalità come Ernie Watts, Niels Lan Doky, Harvey Mason e Felix Pastorius.

    Un vero poker d’assi, detto in altre parole, ideato nel 2022 (con Bill Evans al sax) in occasione di un tour dal quale verrà poi tratto un album nel quale figurano, oltre a composizioni originali, riletture di brani di disparata provenienza, a testimonianza di dove va a parare il concetto di modernità espresso dal quartetto, da “Smells Like A Teen Spirit” dei Nirvana a “Black Hole Sun” dei Soundgarden, da “Dancing Barefoot” di Patti Smith a “Jean Pierre” di Miles Davis.

    Ernie Watts, due volte vincitore dei Grammy Award, è uno dei sassofonisti più versatili e richiesti sia in ambito jazz che rock e pop. La sua carriera artistica e molto diversificata e intensa, è apparso in oltre 500 registrazioni di artisti che vanno dal Quartet West di Charlie Haden, e nella GRP All Stars Big Band, oltre ad aver suonato in tour con I Rolling Stones e registrato con Frank Zappa, Stanley Clarke, Carole King, Glenn Frey, Steely Dan, Joe Cocker e un’infinità di altri artisti.

    Niels Lan Doky, pianista, compositore, produttore Danese, vanta innumerevoli collaborazioni con nomi altisonanti del jazz d’oltre oceano, da John Scofield a Pat Metheny, da Joe Henderson a Micheal Brecker, da Ray Brown a Charlie Haden, Joe Henderson, Woody Shaw solo per citarne alcuni.

    Harvey Mason, batterista con più registrazioni di tutti i tempi. Le sue credenziali riflettono una versatilità sbalorditiva (Björk, James Brown, Celine Dion, Duke Ellington, Earth Wind & Fire, Fourplay sono solo la punta dell’iceberg). Il suo lavoro jazz più famoso include l’innovativo e iconico album di Herbie Hancock “Headhunters”, dove ha co-scritto il brano “Chameleon”.

    A completare il quartetto ci sarà il talentuoso bassista elettrico Felix Pastorius, come indica il cognome, Felix è il figlio della leggenda del basso Jaco Pastorius, Con uno stile tutto suo, Felix Pastorius, si è guadagnato la distinzione di musicista di livello mondiale e virtuoso del basso a pieno titolo. Oltre ad essere il frontman della sua band gli Hipster Assassins, ha collaborato con l’iconico gruppo jazz/fusion The Yellowjackets dal 2012 al 2015 e si è esibito anche con artisti del calibro di Bobby McFerrin, Victor Wooten, Jeff Coffin, David Gilmour e tanti altri.

     

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    LINE-UP

    Ernie Watts: sax tenore/soprano

    Niels Lan Doky: piano

    Felix Pastorius: basso

    Harvey Mason: batteria

     

  • NDUDUZO MAKHATHINI

    NDUDUZO MAKHATHINI

    Nduduzo Makhathini ti aspetta il 3 febbraio 2024 al Teatro Massimo di Cagliari a partire dalle ore 18:00, per l’anteprima del The Jazz Club Network 2024!

    Nduduzo Makhathini è cresciuto nei rigogliosi e aspri paesaggi collinari di umGungundlovu in Sud Africa, un paesaggio periurbano in cui musica e pratiche rituali erano legate in simbiosi. L’area è storicamente significativa in quanto sede del regno del re Zulu Dingane tra il 1828 e il 1840. È importante notare che lo Zulu, in realtà il codice guerriero africano, dipende profondamente dalla musica per motivazione e guarigione. Questa simbiosi profondamente radicata è la chiave per comprendere la visione di Makhathini.

    Anche la chiesa ha avuto un ruolo nella comprensione musicale di Makhathini, poiché da giovane saltava di chiesa in chiesa alla ricerca solo della musica. Anche le leggende del jazz sudafricano hanno profonde influenze: Bheki Mseleku, Moses Molelekwa e Abdullah Ibrahim. “I primi musicisti mettevano molte emozioni nella musica che suonavano”, dice. “Penso che possa essere legato anche al clima politico di quei tempi. Sento anche che ci sia un’unicità nel jazz sudafricano che ha creato interesse in tutto il mondo e che stiamo lentamente perdendo anche quella nella nostra musica di oggi. Personalmente ritengo che la nostra generazione debba essere molto consapevole nel mantenere queste sfumature nella musica che suoniamo oggi”. Attraverso il suo mentore Mseleku, Makhathini venne anche introdotto alla musica del quartetto classico di John Coltrane con McCoy Tyner. “Sono arrivato a comprendere la mia voce di pianista attraverso A Love Supreme di John Coltrane”, afferma. “Essendo una persona che ha iniziato a suonare jazz molto tardi, ho sempre cercato un tipo di modo di suonare che potesse rispecchiare o evocare il modo in cui la mia gente ballava, cantava e parlava. Tyner lo ha fornito in modi significativi. Makhathini cita anche pianisti jazz americani tra cui Andrew Hill, Randy Weston e Don Pullen come influenze significative.

    Attivo come educatore e ricercatore, Makhathini è il capo del dipartimento di musica presso l’Università di Fort Hare nel Capo Orientale. Si è esibito in festival rinomati tra cui il Cape Own International Jazz Festival e l’Essence Festival (sia a New Orleans che in Sud Africa), e nel 2019 ha fatto il suo debutto al Blue Note Jazz Club di New York City, così come al Jazz at Lincoln. Center dove è stato ospite di primo piano con Wynton Marsalis e la Jazz at Lincoln Center Orchestra durante la loro celebrazione musicale di 3 notti The South African Songbook al Rose Theatre. È un membro della band di Shabaka Hutchings Shabaka and the Ancestors che appare nel loro album del 2016 Wisdom of Elders e ha anche collaborato con artisti tra cui Logan Richardson, Nasheet Waits, Tarus Mateen, Stefon Harris, Billy Harper, Azar Lawrence ed Ernest Dawkins.

    Oltre a produrre album per i suoi colleghi (come Belede di Thandiswa Mazwai e Project Elo di Tumi Mogorosi), Makhathini ha pubblicato otto album dal 2014, quando ha fondato l’etichetta Gundu Entertainment in collaborazione con sua moglie e cantante Omagugu Makhathini. Questi lavori discografici gli sono valsi molteplici awards, includono Sketches of Tomorrow (2014), Mother Tongue (2014), Listening to the Ground (2015), Matunda Ya Kwanza (2015), Icilongo: The African Peace Suite (2016), Inner Dimensions (2016) e Reflections (2016). Il suo album del 2017, Ikhambi, è stato il primo ad essere pubblicato per la Universal Music South Africa e ha vinto il premio come miglior album jazz ai South African Music Awards (SAMA) nel 2018. Il suo debutto con la Blue Note records, con Modes of Communication: Letters from the Underworlds, è stato pubblicato nel 2020 ricevendo un ampio plauso della critica e nominato come miglior album del 2021 dal New York Times. Makhathini presenterà il suo ultimo e acclamato disco, secondo con la Blue Note Records, dal titolo In The Spirit of Ntu.

     

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    Nduduzo Makhathini: piano – Zwelakhe – Duma

    Bell Le Pere: contrabbasso

    Francisco Mela: batteria

     

  • Lorenzo Simoni Quartet vince la terza edizione del Premio Isio Saba

    Lorenzo Simoni Quartet vince la terza edizione del Premio Isio Saba

    A vincere la terza edizione del Premio Isio Saba è Lorenzo Simoni Quartet per la forte coesione e maturità artistica dimostrata unita a un suono decisamente originale e contemporaneo.

    Queste in sintesi le motivazioni che hanno spinto la giuria del Premio, organizzato da Jazz in Sardegna assieme all’associazione Il Jazzino di Cagliari, a premiare come vincitore assoluto il quartetto guidato dal sassofonista e compositore Lorenzo Simoni al sax alto, Guglielmo Santimone al pianoforte, Giulio Scianatico al contrabbasso e Simone Brilli alla batteria.

    Dopo un lungo iter partito lo scorso aprile, e che ha visto i giovani musicisti esibirsi dal vivo davanti a una platea di tecnici e addetti ai lavori, giovedì 16 novembre, nella sala M2 del Teatro Massimo di Cagliari, il pubblico ha partecipato con intensità alle esibizioni di tutti e tre i finalisti applaudendo le singole apparizioni e attendendo fino a tardi la nomina dei vincitori.

    Così Paolo Carrus, presidente, ha espresso le motivazioni assieme agli altri membri della giuria composta da Gianrico Manca (direttore artistico), Michele Palmas, Giacomo Serreli, Marti Jane Robertson, Francesca Corrias e Sara Deidda.

    La menzione speciale ex aequo va invece alle altre due proposte finaliste: il gruppo Four Winds, composto da Xuzhi Chen al sax, Giuseppe Sacchi al pianoforte, Emanuele Macculi al basso elettrico, Daniel Besthorn alla batteria, per l’energia e l’originalità delle composizioni e a Camilla Battaglia, cantante e pianista che ha presentato una proposta innovativa fondata sulla sperimentazione di nuove forme musicali che con ampio ricorso al live electronics, ha esplorato armonie atonali evocando mondi sonori evoluti.

    Appuntamento al prossimo 44° Festival Internazionale Jazz In Sardegna – European Jazz Expo per l’esibizione dei vincitori!