E senza dubbio uno dei massimi rappresentanti della tromba jazz in Europa. Michel Petrucciani lo ha capito molto bene chiamandolo a far parte di una delle sue migliori band. Flavio è creativo nel vero senso della parola: sa creare la propria musica. Lungi dall’essere contento di suonare un pezzo, gli dà vita! Per Flavio la riproduzione dal vivo della musica esistente non basta, va trasfigurata. È come se dipingesse ogni nota con la sua personale visione del mondo. Immerso nel jazz fin dalla più tenera età, a nove anni inizia a suonare la tromba, seguito dal padre, a tredici anni si iscrive al conservatorio nazionale G. Verdi a Torino, dove studia con Carlo Arfinengo ( prima tromba dell’orchestra sinfonica di Torino) il quale lo seguirà per prepararlo all’esame di ammissione al conservatorio che frequenterà per sette anni. All’età di venticinque anni entra a far parte di una formazione, nota come Lingomania, con Maurizio Giammarco al sax, Umberto Fiorentino alla chitarra, Roberto Gatto alla batteria e Furio Di Castri al basso, che si aggiudicherà per due volte consecutive il premio per il miglior disco e miglior gruppi dell’anno.
Più o meno nello stesso periodo risale la collaborazione con Steve Grossman, con il quale si esibisce in club e festival internazionali in quintetto con Cedar Walton, Billy Higgins e David Williams alla sezione ritmica, ma anche con Clifford Jordan e Jimmy Cobb. Altra determinante e originale formazione per il suo percorso musicale è il trio con Manhu Roche e Furio Di Castri, poi in seguito trasformatosi in quartetto con Joe Lovano. Nel 1988 si esibisce al festival di Ivrea e al Jazz Club Capolinea di Milano con il grande Freddie Hubbard, quintetto a due trombe. Nel 1984 viene eletto ” miglior talento” dell’anno dalla rivista Musica Jazz e l’anno successivo miglior musicista dell’anno. Nei primi anni novanta, forma un quartetto con Antonio Faraó al piano, Manhu Roche alla batteria e Paolino Dalla Porta al basso e si esibisce al Festival di Calvi in Corsica, dove viene notato dal compositore e arrangiatore Laurent Cugny. Nel 1993 Cugny sceglie Boltro e Di Battista come solisti dell’O.N.J, Orchestra Nazionale di Jazz di Parigi. Dopo questa esperienza durata tre anni, entrerà nel sestetto di Michel Petrucciani e ne farà parte fino al 1999, l’anno della morte del mitico Petrucciani. In un’intervista fatta a Wynton Marsalis su ” Don Beat” nel novembre del 1998, Marsalis designa Boltro come uno dei migliori trombettisti della scena jazz mondiale insieme a Terence Blanchaed, Wallace Roney, Nicholas Payton, Marcus Printup, Roy Hargrove, Tom Harrell.
Flavio Boltro

Scritto da
in
Lascia un commento